tag:blogger.com,1999:blog-83282243028610718692024-02-20T03:46:23.539-08:00abruzzo in tavolaPicoAprutinohttp://www.blogger.com/profile/14310629076175333914noreply@blogger.comBlogger1125tag:blogger.com,1999:blog-8328224302861071869.post-24593462745643126302007-01-03T23:33:00.000-08:002007-01-03T23:39:02.074-08:00lettre parisienne<img height="210" alt="veduta di parigi" hspace="3" src="http://mariuskognak.googlepages.com/paris.gif" width="250" align="left" vspace="3" border="0" /><br /><div><span style="font-family:Georgia;font-size:85%;color:#3366ff;"><em>Dal nostro carissimo amico "Masdefi" riceviamo questa bellissima testimonianza che coinvolge in qualche modo anche l'argomento gastronomico.<br /><br />Potevamo scegliere come titolo "Un abruzzese in un ristorante parigino" ma, in realtà, il valore di questo documento, solo in apparenza semplice, va molto oltre la gastronomia: il primo giorno di lavoro in una città lontana e straniera, il delicato rapporto epistolare con la madre, la contrapposizione d'identità innescata dall'incontro-scontro con le diverse usanze dei francesi, ma anche l'ammirazione e l'incanto davanti al fascino esercitato da quel magico luogo che è Parigi, sono gli elementi che contribuiscono a costruire l'atmosfera raffinata di questo bel racconto.<br /></em></span><br /></div><div><span style="font-family:Georgia;font-size:85%;color:#3366ff;"><em>La lettera che qui pubblichiamo sarà l'argomento della prima puntata di "Lettre parisienne", rubrica destinata al sito "Delfico punto it: l'abruzzo e l'abruzzesistica" di imminente riapertura. </em></span><span style="font-family:Georgia;font-size:85%;color:#3366ff;"><em>Ringraziamo di cuore Massimo, che ormai lavora a Parigi da più di 15 anni, per averci fatto partecipi di questa bella esperienza. (Pico Aprutino)</em></span></div><br /><div align="center"><span style="font-family:Georgia;font-size:85%;color:#3366ff;"><em></em></span></div><br /><div align="center"><span style="font-family:Georgia;font-size:85%;color:#3366ff;"><em>****</em></span></div><br /><div align="center"><span style="color:#333399;"></span></div><br /><div align="left"><span style="font-family:Georgia;font-size:85%;color:#003366;">Parigi, 5 maggio 1991</span></div><br /><div align="left"><span style="font-family:Georgia;font-size:85%;color:#003366;"></span></div><br /><div align="left"><span style="font-family:Georgia;font-size:85%;color:#003366;">Mia cara mamma,</span></div><br /><div align="left"><span style="font-family:Georgia;font-size:85%;color:#003366;"></span></div><br /><div align="left"><span style="font-family:Georgia;font-size:85%;color:#003366;">spero che tu stia bene. Oggi qui è una bellissima giornata di sole, il cielo è limpido e terso, evento non frequente per questa città come mi raccontano i colleghi francesi. Molti di loro non hanno esitato a elogiare il clima italiano, vorrei ben vedere!<br /></span><br /></div><div align="left"><span style="font-family:Georgia;font-size:85%;color:#003366;">Voglio raccontarti quello che mi è successo ieri. </span></div><br /><div align="left"><span style="font-family:Georgia;font-size:85%;color:#003366;">Come ti dicevo, questa è la prima volta che vengo in missione per motivi di lavoro nella <em>Ville Lumière </em>e posso assicurarti che questo primo viaggio non lo dimenticherò facilmente. Niente di pericoloso ovviamente, solo un’esperienza gastronomica che ora, ripensandoci, mi fa sorridere. </span></div><br /><div align="left"><span style="font-family:Georgia;font-size:85%;color:#003366;">Sai bene che le tradizioni della cucina d’oltralpe sono abbastanza diverse da quelle nostrane, per giunta sai anche come sono io abitudinario nelle scelte dei miei pasti e come difficilmente mi adatto se mi allontano dal solito. Non sono un curioso della cucina, non frequento ristoranti esotici e posso sempre accontentarmi con piatti semplici e genuini. </span></div><div align="left"><span style="font-family:Georgia;font-size:85%;color:#003366;"></span></div><br /><div align="left"><span style="font-family:Georgia;font-size:85%;color:#003366;">Ieri invece sono stato invitato a pranzo da alcuni colleghi parigini in un famoso ristorante in centro, all’ultimo piano di un grattacielo da cui si poteva godere di una stupenda vista sulla città: la Tour Eiffel, il Trocadero, la Défense, il Louvre, tutto era lì, a pochissima distanza. Mi aspettavo un pranzo degno del posto e così ho lasciato fare ai miei colleghi l’ordinazione dei piatti.</span></div><br /><div align="left"><span style="font-family:Georgia;font-size:85%;color:#003366;">In verità ho avuto subito un dubbio sulla scelta dell’<em><a href="http://www.math.jussieu.fr/~jas/cuisine/cuisine/hors.html" target="_blank">hors d’eouvre</a>, </em>uguale per tutti i commensali, che nonostante le mie buone conoscenze del francese non avevo ben compreso. Mentre per il <em>plat, </em>cioè l’equivalente del nostro secondo, avevo scelto un bel <em><a href="http://www.artculinaire.ch/recettes/viandes/prin3_0900.php4" target="_blank">filet de boeuf</a>, </em>a scanso di sorprese ma comunque specificando bene <em>sans sauce</em> cioè senza salsa, dato che qui le salse le usano dappertutto alterando i sapori e il gusto.</span></div><div align="left"><span style="font-family:Georgia;font-size:85%;color:#003366;"></span></div><br /><div align="left"><span style="font-family:Georgia;font-size:85%;color:#003366;">Dopo una lunga attesa nella quale ho potuto apprezzare la bontà del pane francese, la famosa <em><a href="http://www.geocities.com/Paris/Rue/7975/baguettes.html" target="_blank">baguette</a></em>, ecco finalmente in arrivo l’antipasto<em>.</em> Vedo una ricca insalata verde con alcuni tocchetti di carne dall’aspetto non facilmente identificabile e forse, di conseguenza, nemmeno tanto invitanti. Domando a me stesso cosa fossero mai, mentre un dubbio che man mano diventava sempre più forte mi assaliva: cosa fare? assaggiare o no? Per correttezza e per evitare di manifestare la mia diffidenza verso quella cucina decido di iniziare ma… non appena porto in bocca un pezzetto di quello strano cibo, sento subito un gusto a me sconosciuto e comunque insopportabile e nauseante. </span></div><div align="left"><span style="font-family:Georgia;font-size:85%;color:#003366;"></span></div><br /><div align="left"><span style="font-family:Georgia;font-size:85%;color:#003366;">Non avrei mai mangiato quell’antipasto e quindi non mi restava altro che dichiarare il mio problema. Senza pudore chiesi gentilmente cosa fosse, ma non ebbi risposta: i colleghi mi risposero sorridendo di mangiare perché quel piatto era un <em>must</em>, promettendomi che me lo avrebbero rivelato alla fine. Con tutti i miei buoni intenti, non ce l’ho fatta. Non ne ho mangiato nemmeno un pezzetto. Quanto mi è mancato in quel momento un bel piatto di spaghetti con i pomodorini! </span></div><div align="left"><span style="font-family:Georgia;font-size:85%;color:#003366;"></span></div><br /><div align="left"><span style="color:#003366;"><span style="font-family:Georgia;font-size:85%;">Alla fine l’arcano fu rivelato. Vuoi sapere cos’era? Era una <em><a href="http://www.aftouch-cuisine.com/recette/salade-de-gesiers-8.htm" target="_blank">salade de gesiers</a>, </em>cioè un’insalata con pezzi di gargarozzo di pollo. Tutti gli altri la finirono con gusto, io stetti a guardare in attesa del tanto atteso <em>filet de boeuf</em>. </span><span style="font-family:Georgia;font-size:85%;">La prossima volta staro’ piu’ attento.</span></span></div><div align="left"><span style="font-family:Georgia;font-size:85%;color:#003366;"></span></div><br /><div align="left"><span style="font-family:Georgia;font-size:85%;color:#003366;">Ti abbraccio con amore </span></div><div align="left"><span style="font-family:Georgia;font-size:85%;color:#003366;">tuo Massimo </span></div>PicoAprutinohttp://www.blogger.com/profile/14310629076175333914noreply@blogger.com0